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Collegiata di Santa Maria Assunta Casole d'Elsa

CHURCHES AND MONASTERIES

Collegiata di Santa Maria Assunta

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Collegiata di Santa Maria Assunta


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La primitiva chiesa sorse all'interno del castello di Casole, un borgo che traeva la sua ricchezza dal fatto di essere situato lungo uno dei tracciati della via Maremmana e dall'essere fin dal XI secolo uno dei capisaldi del vescovo di Volterra per il controllo del territorio.  Fin dall'inizio godette di notevole prestigio tanto che prima dell'11 ottobre 1152, data più antica rimasta, era già dotata di un chiostro dove venivano redatti i più importanti atti pubblici della vita della castello di Casole.  Il 9 novembre 1161 venne consacrata la nuova chiesa alla presenza di Villano Villani vescovo di Pisa, Giulio vescovo di Firenze e di Galgano Pannocchieschi vescovo di Volterra.  L'intervento di ampliamento e ricostruzione fu probabilmente voluto dai signori di Casole ,la famiglia Porrina, che di fatto trasformarono la pieve in un vero e proprio mausoleo. All'interno furono sistemati i monumentali sepolcri del vescovo di Cremona Ranieri del Porrina morto nel 1312, del signore di Casole messer Beltramo Aringhieri morto nel 1313 e del vescovo di Pistoia Tommaso Andrei morto nel 1303 che fu anche collettore generale per la Toscana tra il 1298 e il 1301. Il 1317 quello può essere considerato l'anno in cui i lavori furono definitivamente conclusi. Dopo i lavori la chiesa presentava uno stile più simile a quello delle chiese urbane degli ordini mendicanti che quello di una pieve di campagna. Per tutto il Trecento la pieve casolana mantenne il suo ruolo nella chiesa volterrana divenendo anche la sede del caposesto diocesano per la Valdelsa e poté contare su rendite ingenti.
La facciata si presenta con l'aspetto conferitogli tra il XIII e il XIV secolo e mostra diverse fasi costruttive. La più antica è quella rappresentata dall'ordine inferiore e dal campanile a torre posto sulla sinistra, parti che sono state realizzate usando conci quadrati in arenaria e calcare deposti a corsi orizzontali e paralleli. Al centro sono delle semicolonne terminanti con capitelli di stile volterrano e tra le colonne si apre il portale architravato sormontato da una lunetta monolitica e ghiera decorata con motivi vegetali e geometrici molti simili a quelli della pieve di San Paolo a Coiano o alla pieve della Nera. Il campanile presenta una struttura possente e poche apOriginariamente l'interno era suddiviso in tre navate con sei campate poggianti su colonne e pilastri polilobati, le cui fondamenta sono state scoperte nel secondo dopoguerra e sono state rese visibili. I sostegni delle ultime due campate avevano quattro semicolonne visto che dovevano sorreggere l'arco di trionfo che poggiava anche su due semicolonne poste sulle pareti laterali. Al termine di ognuna delle tre navate c'erano altrettante absidi, delle quali solo quella centrale sporgeva all'esterno mentre le due minori erano inglobate nella spessa muratura a sacco della tribuna come nella pieve di Mensano o in quella di Conèo. Al di sotto del presbiterio era posta la cripta la cui superficie corrispondeva all'ultima campate della basilica; tali cripta fu smontata alla fine del XIII secolo e ricostruita con le stesse misure e la stessa divisione spaziale nella chiesa di San Niccolò. Rimangono ancora le basi ad anelli delle semicolonne e un capitello ungulato con abaco modanato. Lungo le pareti laterali si notano le originali aperture romaniche: sulla sinistra due ampie monofore centinate e sulla destra due monofore architravate in pietra e di piccole dimensioni. Attualmente la chiesa è a una sola navata con soffitto a travature scoperte e con il transetto trecentesco che fu raccordato alla vecchia chiesa con un grande arcone a sesto acuto e nella sua parete terminale fu aperta una cappella del coro, affiancata da due più piccole da ciascuna parte.erture: al primo livello una stretta feritoia, al secondo una monofora centinata a doppio sguancio, oggi tamponata e al livello superiore quattro grandi finestre all'altezza della cella campanaria. Ad una seconda fase costruttiva è da ascrivere l'ordine superiore della facciata realizzata interamente in mattoni. Una stretta monofora, simile a quella del campanile , si apre in corrispondenza della navata destra. In alto, poco sotto la cuspide, vi è una galleria cieca fatta con colonnine che reggono archetti pensili; sotto al finto loggiato si possono notare dei mattoni disposti a spina di pesce inserti in dei triangoli, probabilmente questa scelta venne fatta per ravvivare la facciata fin troppo uniforme secondo il modello attuato nella chiesa di San Lorenzo a Castelfiorentino. Tutto il resto della facciata risale all'epoca della trasformazione in stile gotico della chiesa. Sul fianco destro, oltre a poter vedere in maniera chiara la cesura tra le due fasi costruttive romaniche rappresentate rispettivamente dalla pietra e dai mattoni, si apre un portale con archivolto bicromo realizzato con arenaria alternata ad altri marmi.

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